Auguri Harry Potter
Harry Potter è arrivato nel giugno 1997 in libreria, in punta di piedi, in un’Europa che scivolava nella crisi economica, nel precariato e nella disoccupazione, nel pessimismo e nella diffidenza.
Forse è per questo che è stato uno straordinario successo.
Nell’era precedente e nella generazione dei Mont Claire, dei Duran Duran, del Roland Garros, e dei Rolex, dei cartoni animati, dei Goonies e di Ritorno al Futuro, l’ottimismo rumoroso degli anni 80, illusorio e anestetizzante, ha trasmesso un’attenzione alla materialità con poco spazio per il sogno.
Ai bambini degli anni 2000 Harry Potter ha fatto un regalo straordinario: quello di non lasciarli soli, in un mondo che aveva spento favole e sogni da promettere.
A noi adulti o giovani, quello di ricordarci che anche nei momenti di autentica difficoltà, un libro salva la vita.
500 milioni di copie vendute, tradotto in 70 lingue tra cui greco e latino, Harry Potter è ancora oggi una cultura, un ponte generazionale, un sorriso complice che viene trasmesso, ormai, dai suoi “compagni di classe” di quei primi anni duemila, a quanti, successivamente, hanno raggiunto Hogwarts, si sono cacciati in testa il cappello parlante, sono stati smistati in una delle storiche case della scuola di magia, indossando i colori di Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, hanno scelto la loro bacchetta da Olivander, hanno frequentato le lezioni di Trasfigurazione di Minerva McGrannit e imparato come piange una fenice.
Hanno assaggiato una burrobirra e usato le caccabombe.
Poi hanno anche cercato affannosamente su internet come farsene una a casa, di burrobirra, o hanno trafficato con i pc e coi cellulari per filmarsi nell’atto di scoprire il proprio Patronus o hanno scritto, fantasticando di nuove avventure dei propri eroi su carta e word; hanno aperto blog e pagine Facebook o sono volati a Orlando nel bellissimo Parco a tema, unico degno di affiancare quello leggendario della Disney tanto da diventare un obiettivo per centinaia di famiglie; hanno letto e cercato su Pottermore ogni novità inedita capace di dare nuova scintilla di fantasia a quella straordinaria avventura di Harry Potter che sembra, davvero, non smettere di incantare giovani, vecchi e bambini.
I Potteriani non hanno tempo nè età, sono una natura e un’essenza che attraversa i ruoli ordinari nel rapporto tra lettore e pagina: non sono stati solo lettori o spettatori, ma protagonisti.
Perchè Harry Potter ha in sè questa straordinaria magia di trasmettere una coscienza profonda: che siamo tutti parte di quella lotta tra bene e male che è in noi stessi e della quale, di volta in volta, maturando i passi della vita, siamo la dimostrazione.
Harry Potter, come noi, non è l’eroe perfetto, sbaglia, ha paura, è consapevole di quell’ambizione umana che talvolta, nello sforzo di concentrarsi sull’orizzonte, dimentica di guardarsi vicino, di difendere e tutelare quello che alla vita dà un valore profondo: un credo, amore, amicizia, fedeltà, valori, come scelte, non dati scontati, come una lotta quotidiana con se stessi e con le proprie priorità.
La bellezza di un libro che racconta di uomini capaci di piangere e ragazze capaci di scegliere davvero conoscenza e carattere invece di un provino per un concorso, di amori non ricambiati eppure capaci di non dimenticare e di dimostrarsi, sempre, coerenti con il sentire, di destini che appaiono scritti eppure possiamo cambiare con la fatica e con la capacità di metterci in discussione, nel guardare ben oltre l’apparenza, con sguardo critico e mai scontato, anche quello che ci sembra evidente.
E’ bello sapere che da qualche parte esiste il binario 9 e 3/4.
C’è chi ci mette di più, chi di meno a rispondere alla lettera e a fare i bagagli.
Il biglietto ce l’ha Harry, sempre là, che sbuca con una cioccorana come un segnalibro da uno di quei pochi, rari tomi, sempre sbilenchi e sporgenti da una mensola, senza polvere perchè, senza comprenderne bene il motivo, ti trovi a sfogliarlo troppo spesso. Forse per ricordarti, chissà, che no, non sei un babbano e che imparerai a dirlo prima o poi: “Wingardium LEVIOSA, non leviosàah.”.
Giuditta Simoncelli
Se un giorno riuscissi ad incontrare J. K. Rowling avrei soltanto una cosa da dirle, chi mi conosce sa che la dico spesso..: non sarei la persona che sono oggi se non avessi letto Harry Potter.
Mi è sempre piaciuto pensare che tra le cose da dire ad un autore, soprattutto ad un autore di libri per ragazzi.. questa possa essere la più bella.